Quell'angolo.
Il tempo, come si sa, è cinico; spazza via il
vecchio per far posto al nuovo.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si
trasforma, appunto.
Ed è così che accade in una piccola e ridente
città dove uno dei più antichi pezzi della sua storia vola via, venduto come
fosse semplice merce di scambio.
Se i ricordi sono momenti ben precisi della
nostra esistenza, che siano legati a persone o cose poco importa; perchè non
molto lontano verrà il giorno in cui racconteremo ai nostri figli la storia di
un cinema che sorgeva accanto ad una pasticceria, in un angolo.
Quell'angolo.
Modesto, accogliente, carismatico il Santalucia
non odorava di marketing.
Nell’aria c’era il profumo di cinema d’altri tempi ed era come essere invitati da un lontano parente.
Conosciuto da grandi personaggi perchè ogni anno ospitava il Festival del Cinema Europeo, la sua era un’idea, un luogo di incontro più che un nome.
Ma adesso non c'è più.
Nell’aria c’era il profumo di cinema d’altri tempi ed era come essere invitati da un lontano parente.
Conosciuto da grandi personaggi perchè ogni anno ospitava il Festival del Cinema Europeo, la sua era un’idea, un luogo di incontro più che un nome.
Ma adesso non c'è più.
Al suo posto sorgerà un supermercato; di quelli
con il *bip* della cassa che ti trapana la testa e lo speaker al microfono che
urla cognomi incomprensibili.
Forse ti troverai a far la spesa in quella che
una volta era una sala e mentre con indecisione fisserai il banco frigo, pensa
che li sedeva un bambino a guardare lo spettacolo.
Annoiato? Divertito? Non potremo mai saperlo.
Annoiato? Divertito? Non potremo mai saperlo.
Nell’epoca della pornografia dei sentimenti non
c’è posto per l’immaginazione.
Dicono “Colpa della crisi” e “i biglietti costano troppo” ma i discorsi suonano vuoti e stanchi, ormai.
Nulla può giustificare il risparmio sulla cultura se si spendono molti più soldi per scommesse, lotto e affini: la coerenza non fa parte della nostra natura.
Perché le multisala, come i grandi magazzini, hanno tolto linfa vitale alle piccole botteghe, agli onesti avventori, alla vita di chi acquista per necessità.
Dicono “Colpa della crisi” e “i biglietti costano troppo” ma i discorsi suonano vuoti e stanchi, ormai.
Nulla può giustificare il risparmio sulla cultura se si spendono molti più soldi per scommesse, lotto e affini: la coerenza non fa parte della nostra natura.
Perché le multisala, come i grandi magazzini, hanno tolto linfa vitale alle piccole botteghe, agli onesti avventori, alla vita di chi acquista per necessità.
Capita quindi che quell’idea da “cinema
paradiso” sia solo un vago ricordo, che scompare inghiottito come luce nell’oscurità.
Dopo 63 anni, un altro colpo alla cultura, ancora una volta ne danno la triste notizia il signor nessuno.
E nel silenzio generale cadono le foglie, il vento non smuove le coscienze e il cielo è coperto dalle nuvole dell'indifferenza.
Non ci sarà più “quell’angolo”.
marcodemitri®
parole sentite. dopotutto ci sono andato solo per vedere Rocky Balboa negli ultimi anni, quindi ho contribuito come tanti alla morte della semplicità
RispondiEliminaL'unico multisala rimasto in città a trasmettere non solo blockbuster.
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