venerdì 11 aprile 2014

NOAH [Anteprima]



Non sono solo ragni geneticamente modificati, alieni in fin di vita con anelli o radiazioni gamma a donare super poteri ma c’è dell’altro, qualcosa di più grande e importante per la storia dell’umanità: Dio.
Non hanno super forza o vista a raggi x, non sono costretti a nascondersi con maschera e mantello e, di norma, sbandierano fin da subito il loro dono: sono i personaggi della Bibbia, protagonisti in prima persona della missione divina.
Accattivanti e terrificanti ma dannatamente umani pullulano sia nel Nuovo che nel Vecchio Testamento e a seguire le loro avventure gli occhi di un profano è difficile non rimangano incantati.
Sono persone comuni guidate da una entità superiore che si muovono come fossero dei super eroi.
E in un periodo in cui la Marvel ha monopolizzato il mercato del cinecomics con una nuova visione d’insieme tra serie tv e cinema, forse sarà stato questo il motivo che ha spinto Aronofsky a trattare di Noè, il patriarca biblico, e la Paramount a infondergli fiducia: producendolo.



Portato all’attenzione del pubblico americano con Requiem for a Dream, una pellicola che gli ha anche permesso di lasciare il cinema indipendente, Darren Aronofsky è un regista newyorkese di successo conosciuto soprattutto per Black Swan e The Wrestler.
Eclettico e visionario, ha raccontato di tossicodipendenti, scienziati e vecchie glorie decadute; ci ha appassionato con la narrazione dell’ossessione e distrutto con finali nichilisti.
Noah si presta a rappresentare, invece, un tentativo di uscire fuori dal suo genere, come ha già provato in passato con i progetti cancellati di Robocop e Wolverine.
Secondo quanto ha rivelato al The Guardian nel 2007, al personaggio biblico si dedicò durante le riprese di The Fountain (2006), scrivendo un primo script.
Ma solo dopo aver compreso l’importanza del suo progetto che ha deciso insieme a Ari Handel e John Logan di scrivere una sceneggiatura completa.
Ad interpretare il ruolo del protagonista è stato scelto Russell Crowe, più robusto e barbuto del solito, insieme ad una vecchia musa del regista: Jennifer Connelly, tra l’altro orfana di collaborazioni importanti dai tempi di Blood Diamond.
Non solo: ritroviamo Anthony Hopkins nel ruolo di Matusallemme, il padre di Noè che muore prima del diluvio a 969 anni, Emma Watson e Nick Nolte.
Per lui “[Noè] è un complicato personaggio dark, con l'animo del sopravvissuto dopo il diluvio universale” ed era necessario che fosse visto come un solitario, un reietto: in fin dei conti un nemico dell’umanità.
Per un’opera del genere, che fonda le sue radici su uno dei più sacri testi, il pericolo di esagerare o di infastidire la coscienza è dietro l’angolo.
Montata dunque la prima versione, un test screening per due tipi di pubblico, uno esperto in materia religiosa e l’altro generalista, fu proiettato 
Ma dal risultato deludente.
Il film, infatti, ritenuto troppo oscuro e controverso, è stato immediatamente ritirato e quasi riscritto. Inoltre le contestazioni mosse contro la produzione (Paramount e New Regency Lice) hanno fatto in modo tale che la pellicola fosse ri - arrangiata per essere riportata sulla retta via, ossia quella del political correct.
A quanto pare non è bastato neanche questo per evitare la censura in Indonesia.
Blasfema e basata su ricostruzioni fantasiose che potrebbero confondere i fedeli, le principali accuse rivolte al film da parte di Mukhlis Paeni, capo dell’istituto della censura di Bangkok.

Costato 130 milioni di dollari e girato tra Stati Uniti e Messico, è il progetto più rischioso e al tempo stesso lungimirante di Aronofsky.
Ma se da una parte incombe l’ombra del flop per l’atipicità estetica e contenutistica e la forte connotazione religiosa dall’altra potrebbe essere il rilancio del Blockbuster biblico, la cui storia segue l’ascesa dell’industria del cinema.
Creato da DeMille, rafforzato da John Huston e Zeffirelli e recentemente esplorato da Mel Gibson, questo genere trovò terreno fertile nell’America del codice Hays e del bigottismo.
Le trasposizioni cinematografiche delle storie della Bibbia furono fondamentali anche per lo studio degli effetti speciali; i più sbalorditivi usati per I Dieci Comandamenti - la scena dell’apertura delle acque del Mar Rosso, ad esempio - impressionarono persino Steven Spielberg.
Questa volta troviamo la Industrial Light and Magic a ricostruire la terra del 2000 a.C. in una veste il più reale possibile.
Come per Adamo e Abramo, quello sulle spalle di Noè è un macigno.
La richiesta (ordine) di Dio (crudele e vendicativo quello del vecchio testamento), rivolto ad un uomo comune di costruire un'arca e salvare solo la famiglia e le specie animali, assomiglia molto al motto ragnesco "da grandi poteri nascono grandi responsabilità".
Perché il famoso agricoltore è a conoscenza del piano divino di ripopolamento della terra e lui ha un dono: quello dell'inizio di un nuovo mondo.
Una iperbole che ben si incastona nei tempi di crisi che stiamo vivendo.

Ora, in una visione epica - fantasy, Noah sarebbe stato il film perfetto per Emmerich ma, al contrario, si appresta a diventare più di un Blockbuster, vuole andare oltre e costruire un nuovo rilancio di un genere.

Che il diluvio universale abbia inizio, sotto le note di Clint Mansell.

marcodemitri®

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