Saaalve a tutti!
Come scritto nella PREMESSA, servendomi di una narrazione sopra le righe, descrivo il mondo che si cela dietro il lavoro di un cassiere in un bar.
Nel primo capitolo elenco i personaggi più divertenti che ho incontrato e le mie reazioni ad ogni loro richiesta.
Nel secondo all'oggettivistica e cioè a quell'insieme di suppellettili (vedi: bustine di zucchero, acqua, giornale ecc..) messi a disposizione degli avventori ma che..
...vabè lo scoprirete leggendo il blog ogni settimana.
Buona lettura!
[Perché una guida]
- CAPITOLO I
[Tipologie di Clienti - Volti]
PARTE I [I volti del mattino]
PARTE II [Lo Scroccone - Quella signora altolocata]
PARTE III [Il Sordomuti - Il Pignolo]
PARTE IV [L'ansioso - Quello che salta la fila]
PARTE V [Il cliente e il bagno - Il critico]
I volti si disegnano sulle emozioni.
Non criticare qualcuno da come si porge perché, forse, sta combattendo una battaglia anche per te, si dice.
Eppure quel signore che entra, senza dire buongiorno o buonasera, e che lascia cadere i soldi sul piattino, senza dirti nulla, e che prende il resto e va via, senza dirti nulla, a me non sembra stia combattendo una battaglia.
Una guerra.
O semplicemente: abbia a cuore il prossimo.
Capitolo I.1 - I Personaggi
Lo Scroccone
Fin dall'antichità i pubblici esercizi sono stati preda di una particolare categoria di cliente: LO SCROCCONE.
Lesto e dallo sguardo sfuggente, questo tipo di esemplare è solito entrare nel bar quando è pieno di gente.
Si divincola tra i clienti intenti ad attendere il turno al bancone usando acrobazie quasi fosse un'anguilla ammaestrata.
E cosa fa prima di tutto?
Va in bagno e tira persino lo sciacquone.
Uscito dalla toilette ha però bisogno di vedere come va il mondo. E con nonchalance legge il giornale; colpito da qualche notizia, di solito di mala politica, aggrotta le sopracciglia, sbuffa e arriccia le labbra perché "così non si può andare avanti".
Cerca persino di coinvolgere qualche sfortunato cliente li intorno.
Ma lo scroccone è a questo punto colto da secchezza delle fauci; essa sopraggiunge improvvisa dopo aver svuotato la vescica e cibato la mente.
E dunque si passa alla fase tre: il bicchiere d'acqua.
Che diventa due bicchieri se si tratta di una giornata afosa.
E lo\li chiede attraverso un modus operandi da applausi.
Inizia con una veloce panoramica del locale, non può essere troppo sfrontato nell'abbeverarsi: c'è gente e lui è di buon cuore e rispetta il turno.
Aspetta.
Valuta le possibilità.
Ne vede due.
Bene.
Può: o tergiversare magari con il povero sventurato con l'unica colpa di attendere vicino i giornali. In questo modo confonderà il barista che penserà sia amico di un cliente pagante.
Un po' come nelle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, basta salutare un boss per BAM passare per mafioso.
Oppure: impietosire.
Con sguardo tenero.
Occhi lucidi.
Labbra all'ingiù.
Piegamento capo verso sinistra.
E uniche parole con voce flebile "potrei avere un bicchiere d'acqua?"
POTREI AVERE.
POTREI.
Certo, ecco qui.
Signori e signori, abbiamo SERVITO il cliente scroccone #20243252534565.
In circa 15 minuti ha usufruito del bagno, dei giornali e dell'acqua.
Ed il PIL aumenta.
Attenzione: se provi a fargli presente che il bar non è la caritas, torna con i vigili.
Per giunta stizzito dall'arroganza degli imprenditori alla Marchionne-che-non-comprendono-il-distacco-tra-il-ceto-medio-e-il-loro-perchè-intenti-ad-arruffarsi-risparmi-di-una-vita-di-lavoro-e-sacrificio-mentre-i-lor-signori-sono-parassiti-della-società-che-aumentano-il-dislivello-e-ci-hanno-ridotto-in-queste-condizioni-ma-va-meh-ha-ragione-Grillo!
Recensione su tripadvisor: uno.
Commento: arroganti e maleducati.
Lo Scroccone
Fin dall'antichità i pubblici esercizi sono stati preda di una particolare categoria di cliente: LO SCROCCONE.
mr krab è un tipico esempio
Lesto e dallo sguardo sfuggente, questo tipo di esemplare è solito entrare nel bar quando è pieno di gente.
Si divincola tra i clienti intenti ad attendere il turno al bancone usando acrobazie quasi fosse un'anguilla ammaestrata.
E cosa fa prima di tutto?
Va in bagno e tira persino lo sciacquone.
Uscito dalla toilette ha però bisogno di vedere come va il mondo. E con nonchalance legge il giornale; colpito da qualche notizia, di solito di mala politica, aggrotta le sopracciglia, sbuffa e arriccia le labbra perché "così non si può andare avanti".
Cerca persino di coinvolgere qualche sfortunato cliente li intorno.
Ma lo scroccone è a questo punto colto da secchezza delle fauci; essa sopraggiunge improvvisa dopo aver svuotato la vescica e cibato la mente.
E dunque si passa alla fase tre: il bicchiere d'acqua.
Che diventa due bicchieri se si tratta di una giornata afosa.
E lo\li chiede attraverso un modus operandi da applausi.
Inizia con una veloce panoramica del locale, non può essere troppo sfrontato nell'abbeverarsi: c'è gente e lui è di buon cuore e rispetta il turno.
Aspetta.
Valuta le possibilità.
Ne vede due.
Bene.
Può: o tergiversare magari con il povero sventurato con l'unica colpa di attendere vicino i giornali. In questo modo confonderà il barista che penserà sia amico di un cliente pagante.
Un po' come nelle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, basta salutare un boss per BAM passare per mafioso.
Oppure: impietosire.
Con sguardo tenero.
Occhi lucidi.
Labbra all'ingiù.
Piegamento capo verso sinistra.
E uniche parole con voce flebile "potrei avere un bicchiere d'acqua?"
POTREI AVERE.
POTREI.
Certo, ecco qui.
Signori e signori, abbiamo SERVITO il cliente scroccone #20243252534565.
In circa 15 minuti ha usufruito del bagno, dei giornali e dell'acqua.
Ed il PIL aumenta.
qui si fa beffa delle ricchezze accumulate a scrocco
Attenzione: se provi a fargli presente che il bar non è la caritas, torna con i vigili.
Per giunta stizzito dall'arroganza degli imprenditori alla Marchionne-che-non-comprendono-il-distacco-tra-il-ceto-medio-e-il-loro-perchè-intenti-ad-arruffarsi-risparmi-di-una-vita-di-lavoro-e-sacrificio-mentre-i-lor-signori-sono-parassiti-della-società-che-aumentano-il-dislivello-e-ci-hanno-ridotto-in-queste-condizioni-ma-va-meh-ha-ragione-Grillo!
Recensione su tripadvisor: uno.
Commento: arroganti e maleducati.
"ciao, babbei, ho comprato la mia macchina d'oro a forma di missile con i soldi risparmiati"
Quella signora altolocata
La signora altolocata più che una persona è un genere; individua una categoria di femmine che si agira in un locale brandendo il nome del marito, altolocato anche lui.
Prima però di addentrarci nella descrizione minuziosa di questo personaggio occorre sapere che la sua formazione sociale è di tutto rispetto.
Nata in famiglie altolocate - perché altrimenti non sarebbe la signora altolocata - e residente circa nel centro storico della città ma da qualche anno spostatasi in periferia per seguire i consigli del maestro zen, è una signora che guarda dall’alto in basso, ha la puzza sotto il naso e veste firmata; è anche abbastanza ovvio altrimenti sarebbe una signora qualunque e non la signora altolocata, invece.
Cresciuta in ambienti eleganti e non cafoni, soft e non popolani, ha imparato molto bene come pronunciare il cognome dei genitori e del marito per essere immediatamente riconosciuta come membro dell’aristocrazia, e fare in modo che il popolo si scansi o paghi per lei, insomma.
Di norma ha la *r moscia, per evidenziare il suo tocco naif, ben diverso dal rozzo accento comune ma diverso anche da quello cinese.
“Scarlpe” e non “Scalpe”, “Arlmani” e non “Almani”, “Sepholra” e non “Sephola” e così via.
Una cosa seria e non qualcosa di superficiale: da uomo comune.
Al momento del matrimonio, combinato tra le famiglie più importanti seguendo una classifica segreta compilata in segreto e forgiata nei più segreti meandri dei negozi di abbigliamento, la ragazza diventa signora altolocata, pronta per dare alla luce la futura generazione di altolocati.
Da quel momento in poi potrà usare il cognome del marito per farsi offrire e non pagare nulla.
Tutto questo le da anche il pretesto per andare in giro e commentare qualsiasi cosa non le vada a genio con un “non saprei, siamo abituati ad altro, noi altolocati”.
In un bar, poi, da il meglio di se.
Lei appena entra, dopo aver spostato la coda di ermellino che le pende fin troppo e le guasta lo scintillante collier d'oro, si porge direttamente al bancone.
Il marito, in barba alla solita parità dei diritti, ha il dovere morale e sociale di pagare.
E così si avvicina alla cassa.
Dopo aver scoperto di non avere i soldi necessari per raggiungere la somma richiesta e per non sfigurare con la carta di credito - ha buon cuore, lui - fa un grave errore: chiede alla moglie.
Che se fosse un cartone animato, appena appreso la notizia, le cadrebbe il monocolo e griderebbe
"perché nessuno pensa ai bambini?!"
E invece no: visibilmente seccata, rovista nella borsa, in pelle di coccodrillo - particolarmente alla moda in quel periodo - ed esclama: "fossi stato in lei non avrei avuto la faccia di chiedere quei soldi".
Ecco, doveva dirlo.
Doveva.
Ora gli porge i soldi.
Doveva.
Ora gli porge i soldi.
E va via, senza salutare.
Sicura, poi, di mettere una x su quel locale.
Così tanto venale.
La signora altolocata ha avuto una brutta giornata e per non ripeterla, promette a se stessa di andare a fare un po' di yoga dall'insegnate amante.
Dal sedere altolocato.
[continua..]
[continua..]
marcodemitri®