venerdì 8 novembre 2013

Machete kills [Recensione]


L'idea di un settantenne messicano che sembra uscito da una ricerca de Lombroso e che con in mano un Machete fa a pezzi i cattivi, è stata a suo tempo interessante, molto interessante. E a destare attenzione non era tanto la trama quanto il fascino da "peggior bar di Caracas" del suo protagonista: Danny Trejo. 



Nato inizialmente come un fake trailer per l'intervallo di Grindhouse, in seguito le numerose richieste del pubblico, Machete diventò prima un capitolo a sé e poi una saga: Machete, Machete Kills e Machete Kills Again... in Space. 

Basato principalmente sul recupero del trash anni '70\ '80, attorniato da bellezze dirompenti e pop (Lady Gaga presa direttamente da Telephone) e arricchito di gadget da forme di dubbio gusto (pistola strap on - capezzoli mitraglietta - auto cartonate) Machete kills è scritto in fretta e furia e ammassato malamente.
È un mixer di nomi importanti, frullati con qualche battuta. Un potenziale di nomi sprecati, tra l'altro. Da Mel Gibson a Charlie Sheen, da Damien Bichir a Walton Goggins e poi tante di fighe che mi chiedo come mai non ci sia stata una scena lesbo, un capezzolo o un seno scoperto. Ne sarebbe valsa di più la pena invece di puntare sulle smorfie di Lady Gaga. 
Rodriguez non presta attenzione al ritmo, che risulta continuamente rallentato da lunghi sproloqui. Ci sono cinque minuti di dialoghi su un veicolo e una sparatoria in mezzo ad un esercito; non c'è tempo per divertirsi. 

Ma il problema principale è uno.

L'incipit è il trailer del terzo e ultimo capitolo: Machete Kills Again... in Space. 
Lo spettatore, ignaro, ha da subito la consapevolezza che si tratta di un film senza finale e l'attenzione viene meno. 
Ora, se in un film d'azione riesci a distruggere l'interesse dello spettatore in linea di massima hai sbagliato il film.

Senza spoilerare più del dovuto, il terzo capitolo sembra persino un salto senza ritegno nella fantascienza. 

Machete, dunque, è stato tirato fin troppo per le lunghe, un personaggio che meritava un solo momento di gloria e cioè QUESTO e se si aggiunge il fatto che si tratta di un omaggio al trash, che già di per sé è fatto male, il prodotto diventa del tutto inutile. 

marcodemitri®

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