domenica 10 novembre 2013

unastoria di Gipi [Recensione]




È sublime e struggente il nuovo lavoro di Gianni Pacinotti, in arte Gipì. 
Unastoria è composto da due racconti intrecciati in un unico punto di vista: l'ineluttibile trascorrere del tempo tra gioia e dolori, vita e morte. 
Non solo.
L'autore, pittore e regista, struttura il suo lavoro con una leggerezza narrativa potente e disarmante; perchè sa bene che la forza del cosa sfuggirebbe se ingabbiato da un come superficiale, effimero o troppo complesso.

Silvano Landi, un cinquantenne che vede la vita andare in mille pezzi, e il bisnonno Mauro, un soldato della prima guerra mondiale, sono i protagonisti dipinti della forza d'animo di chi non si è arreso all'accettazione passiva della morte. 

"Malevola tanto è la natura, quando amorevolmente protettiva è la nostra cecità", la natura, dalla bellezza crudele, acquerellata con colori caldi e freddi, è, poi un deus ex machina, un personaggio che più di ogni altro essere in carne ed ossa modella la storia. 


"È difficile restare arrabbiati quando c'è tanta bellezza nel mondo" funziona perfettamente nel contesto perchè spinge il lettore a prendere coscienza del quadro dipinto: è orrendo e meraviglioso. 

Anche il tempo ha una sua caratterizzazione: è il flusso che scandisce i momenti del racconto ma non la storia, che non ha un inizio e una fine convenzionale. 

"Se il diciottenne si svegliasse di colpo una notte, si alzasse ed allo specchio si vedesse con la pelle dei suoi futuri cinquant'anni, morirebbe vomiterebbe."

Sarà colpa della semplicità che non ti aspetti ma è difficile far capire quanto sia bella questa opera, quanta auto consapevolezza e maturità ci sia dietro ogni vignetta, per questo vi scrivo che leggerla almeno una volta al giorno, ormai, è diventata parte della mia esistenza. 

E spero basti. 

marcodemitri®



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