martedì 20 maggio 2014

Guida galattica per cassieri rampanti ecc.. [Il Cliente Extracomunitario]

Saaalve a tutti!

Come scritto nella PREMESSA, servendomi di una narrazione sopra le righe, descrivo il mondo che si cela dietro il lavoro di un cassiere in un bar. 
Nel primo capitolo elenco i personaggi più divertenti che ho incontrato e le mie reazioni ad ogni loro richiesta. 
Nel secondo all'oggettivistica e cioè a quell'insieme di suppellettili (vedi: bustine di zucchero, acqua, giornale ecc..) messi a disposizione degli avventori ma che.. 

...vabè lo scoprirete leggendo il blog ogni settimana. 

QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALI È FRUTTO DI VERE ESPERIENZE DIRETTE CON UN PIZZICO DI IRONIA, VALIUM E NON SENSE. 

Buona lettura!


[Perché una guida]

  • CAPITOLO I 

[Tipologie di Clienti - Volti] 



PARTE I   [I volti del mattino]

PARTE II  [Lo Scroccone - Quella signora altolocata]
PARTE III [Il Sordomuto - Il Pignolo]
PARTE IV [L'ansioso - Quello che salta la fila]
PARTE V  [Il cliente e il bagno - Il critico]
PARTE VI [Il cliente nostalgico del ventennio]


PARTE VII - Il cliente extracomunitario 

*nessuno nero è stato maltrattato per il post*

in un luogo sconosciuto.
In una casa le luci accese lasciano intendere che c'è qualcuno all'interno.
Un fulmine squarcia il cielo e illumina una terra devastata dalla guerra.
C'è un insegna con scritto "Scuola per Vu cumprà".
È la casa dove sono forgiati i clienti extracomunitari.


A quanto pare, una volta ultimati, giungono in Italia con il compito di elemosinare più soldi possibile. 
I loro piani, ambiziosi, si estendono al di la della terra del Bel Paese ma prima di realizzarli devono accumulare risparmi. 
E nella terra dove se qualcosa non si può fare-chi-se-ne-frega-facciamola-lo-stesso è il luogo ideale per iniziare una nuova vita da vivere da qualche altra parte, poi.
Qui, nella scuola per elemosinanti, guidata dai capi maggiori delle stirpi locali rom, imparano i segreti per diventare abusivi perfetti e si riversano, come se non esistesse un domani, in ogni locale a loro accessibile e fregandosene se non lo è.
Ma, a seconda dell'indole, ogni soldato vu cumprà si specializza, chi l'elemosina, chi lo spaccio, chi la vendita di merce contraffatta e chi il parcheggiatore, sempre senza dare noie ai capi ROM perché loro comandano, almeno nelle piccole realtà.

“Mamma, mamma, in Italia il capo di tutti può avere tante donne e tanti soldi”
“Mustafà, se lo vuoi veramente: continua a masterizzare CD!”
“Sì, mamma!”. 
Il sorriso a trentaquattro denti, la pelle nera e la brezza a coccolare l’idea di un futuro migliore.

Qui la storia di uno di loro, realmente accaduta e con me protagonista, ovviamente. 

giorni nostri. 
In una giornata piovosa che ti colora lo humor di nero, entra lui

IL CLIENTE EXTRACOMUNITARIO.



Alto e muscoloso e di certo non la persona ideale a cui andare e dire "basta, per favore esca", entra velocemente nel bar fino il bancone.
Si sfila il cappello, lo capovolge nelle sue mani grandi e..
.. inizia a piangere.
Sì, si mette a piangere. 
Allora tu, vedi questo tizio, il gemello di The Rock, con persino il sopracciglio alla The Rock, piangere perché vuole qualche moneta. 


"Ti prego signore, dai da mangiare.. Ho fame.. Ti prego.."
Io lo guardo e mi rattristo così tanto che la mia coscienza prende il sopravvento. 
"Poverino, chissà quanti chilometri ha fatto. Che stronzo che sei dagli l'incasso della giornata! Tanto oltre Equitalia a chi dovresti darlo scusa?!"
È vero.
L'oscar era nelle sue mani, stavo per piangere anche io.
Applausi, momento toccante. 
Sono ormai deciso: stacco la cassa e gliela porto. 
Nel frattempo i clienti nel bar consumano ed escono e restiamo solo solo io, i ragazzi dietro il bancone e lui.
Un lampo illumina l'interno del bar e i nostri volti e a seguire il boato del tuono.  
Squilla il telefono. 
È il suo. 
Si asciuga le lacrime, infila la mano dalla tasca e prende l'iphone.
L'IPHONE.
Sento le sue risate, vedo il suo sorriso mentre parla al telefono. 
Non solo: si volta verso il bancone e ordina al barista:

"Tu agua amigo! Dai amigo, agua su!"

Siamo suoi servitori.
Beve, volta le spalle, e va via: al telefono e in ciabatte. 
Io resto a guardarlo da dietro la vetrina con la cassa in mano. 
Ascolto le sue parole perdersi nei suoni del traffico.
Il passo da gigante, l'andatura strafottente e la pioggia che batte forte sul suo capo ma a lui sembra non interessare. 

Poi guardo le mie scarpe rotte, il mio iphone rincoglionito e dico a me stesso:
"Tu sei il vero negro, tieni gli spicci e comprati qualcosa di decente". 

marcodemitri®

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