martedì 27 maggio 2014

Guida galattica per cassieri rampanti ecc.. [Il Cliente Anziano Mattiniero]

Saaalve a tutti!

Come scritto nella PREMESSA, servendomi di una narrazione sopra le righe, descrivo il mondo che si cela dietro il lavoro di un cassiere in un bar. 
Nel primo capitolo elenco i personaggi più divertenti che ho incontrato e le mie reazioni ad ogni loro richiesta. 
Nel secondo all'oggettivistica e cioè a quell'insieme di suppellettili (vedi: bustine di zucchero, acqua, giornale ecc..) messi a disposizione degli avventori ma che.. 

...vabè lo scoprirete leggendo il blog ogni settimana. 

QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALI È FRUTTO DI VERE ESPERIENZE DIRETTE CON UN PIZZICO DI IRONIA, VALIUM E NON SENSE. 

Buona lettura!


[Perché una guida]

  • CAPITOLO I 

[Tipologie di Clienti - Volti] 



PARTE I   [I volti del mattino]

PARTE II  [Lo Scroccone - Quella signora altolocata]
PARTE III [Il Sordomuto - Il Pignolo]
PARTE IV [L'ansioso - Quello che salta la fila]
PARTE V  [Il cliente e il bagno - Il critico]
PARTE VI [Il cliente nostalgico del ventennio]
PARTE VII [Il cliente extracomunitario]

PARTE VIII - Il Cliente Mattiniero -



Per ogni lavoratore che si sveglia presto al mattino c'è un anziano cliente che si sveglia prima. 

La mattina di Pantaleo inizia alle 5, 59. 
Quarantasei minuti prima della mia sveglia. 
Ma Pantaleo, settant'enne energico e pieno di vita, in un minuto è già pronto per andare al suo bar di fiducia dove lavoro io, ovviamente. 
La moglie Concetta, intanto, che si è alzata ancora prima del marito perché la donna deve trovarsi sempre pronta quando il marito si sveglia, ha già lavato casa, passato l'aspirapolvere e preparato i vestiti. Pantaleo, si alza, si lava, si rade, fa i suoi bisogni e con bretelle, camicia, pantalone e maglioncino è pronto per uscire. 
"Concetta, sta bau allu barra! Serve nienzi?"
"Pantaleu miu, nu sacciu, pija mezzu chilu de cafè e lu zuccaru ca ha spicciatu."
"Vabbene. Ciao!"
E dopo aver lanciato un occhiata alla Humprey Bogard, sbatte la porta e castima qualche santo perché il tappeto lo ha fatto inciampare. 
Cita: Benvenuto. 
"Ce cazzu me nde futtu", risponde Pantaleo. 
E continua "ci cazzu a benire a casa mia, benvenutu stu cazzu". 
Uscito da casa, un condominio dalle tinte grigie, immerso nella ridente città, Pantaleo alza gli occhi al cielo. Il sole è sorto da poco, qualche nuvola copre l'orizzonte ma si preannuncia una bella giornata. 
Alle 6.45 di un mercoledì qualsiasi. 
Che è l'orario in cui io sono ancora in bagno e mancano solo quindici minuti all'apertura del bar, dieci considerando il tempo per arrivare e parcheggiare. 

Quando sono pronto, alle 6, 54, corro via da casa, lasciando la mia sagoma a nuvoletta come nei cartoni animati.
Il sole è sorto e penso "la prima cosa che faccio appena finisco di lavorare è andare a dormire". So benissimo che prendo solo in giro me stesso però il solo pensiero mi fa stare bene. 
Mi fa sentire quasi riposato. 

Ogni mattina un lavoratore si sveglia e sa che dovrà correre prima del cliente anziano mattiniero
se non vuole sentirsi dire:

"T'ha discetatu tardu eh. Ca te sta spiettu da menz'ura".
"Chi ha parlato?"Mi chiedo. 
Sento solo puzza di fumo di sigaretta e voltandomi mi ritrovo questo arzillo vecchietto. 
Io, con gli occhiali da sole per proteggermi dalla luce del sole, da solita creatura notturna, mi sento rimproverare. 
Poi penso "ma noi apriamo alle 7" e glielo dico.
Mi risponde "sisi, alla mia età a quest'ora eravamo già nel campo da guerra".
Guerra, guerra. scorro il vocabolario nella mia mente e le uniche cose a cui penso sono: call of duty e battlefield. 
"Ah, sì. La guerra. È bella finchè non ti cade la connessione wi fi."
"Cene?"
"No, niente, niente".
Apro il bar. 
Alzo le saracinesche e abbasso le tende. 
Accendo luci, sistemo carte, cassa, soldi. 
Tutto in un ordine pre stabilito. 
Nell'ombra, però, vedo ancora lui: il vecchietto.
È vigile alla cassa, impeccabile e con il dito puntato sulla vetrina del caffè. 
"Allora fammi mezzo chilo di questo caffè e un pacco di zucchero."
"Sì, un attimo."
"Sempre un attimo, giovanotto che non ho tempo da perdere."
"Dio, perché mi fai questo? perché?" pensi dentro di te. 
Glielo prepari con ancora indosso gli occhiali da sole, glielo macini e glielo porgi.
"Sono.. 11,00 euro.." gli dici con voce assonnata.
"Ecco a te." Ti porge cento euro.
CENTO EURO.
Guardi la banconota, poi lui e poi la cassa vuota.
Sbatti le palpebre convulsamente.
"Scusi ma non ha spicci?"
"Eh.. se ce li avevo te li davo."
"E io dove li cambio a quest'ora?"
"Siete un bar dovete avere soldi spicci"
"Mmh.. quella è la banca.."
"Senti bello mio o me li cambi o non prendo niente!"
Dopo dio passo a Buddha "Buddha perché mi fai questo? Perché? Sono stato sempre un simpatizzante della tua religione!"
Sono le 7 e 09, non c'è nessuno, l'odore del caffè appena macinato si diffonde nell'aria e io a fissare il verde della banconota e a pensare a quante me ne servirebbero per andare in Madagascar e non tornare più.
"Beh, giovine se sta face menzatia!"
Alla fine riesco a trovare il resto, dopo aver corso per l'isolato per trovare i soldi.
Col cuore in gola e il fiatone "anf.. anf… ecco a lei"
Lui apre il portafoglio per mettere dentro i soldi e scopro che ce li aveva spicci.
Mi guarda e mi fa "no, questi non te li potevo dare perché li devo metterli nel salvadanaio. Per nepetume, non sai?!"
E se ne va.

Io indosso l'impermeabile dell'ironia, tolgo gli occhiali da sole e sono pronto per una nuova giornata.
CHE SUPERMAN MI AIUTI.

marcodemitri®

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