giovedì 22 novembre 2012

Moonrise Kingdom. [Recensione]





"Vorrei vivere in un film di Wes Anderson" cantano I Cani, che a parte l'odioso mondo hipsteriano cui fa parte la band, non hanno tutti i torti.
Forse passerà alla storia come il regista più sottovalutato dal pubblico o quello più colorato di sempre, ma Wes Anderson è da applaudire in ogni sua piccola produzione. 

Siamo negli anni '60 su un'isola del New England.
Una fuga d'amore di due ragazzi da un campo estivo sconvolge la piccola comunità, che sarà costretta ad organizzarsi per ritrovarli prima dell'arrivo di una terribile tempesta. 

Dopo aver dissacrato i rapporti affettivi di una famiglia ne I Tenenbaum e in Darjeeling Limited, fuso Il Vecchio e Il Mare con Moby Dick ne Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou e mostrato che anche una comunità di volpi ha i suoi problemi in Fantastic Mr Fox, Anderson torna con una struggente e vivacissima pellicola: Moonrise Kingdom
Qui il suo talento narrativo serve una storia deliziosa dalle tematiche a lui care, il rapporto tra vecchio e nuovo, gli anni '60, le camice a quadrettoni e la stravaganza dei personaggi.
Il tutto arricchito dalla presenza di grandi attori: Edward Norton, Frances McDormand, Bill Murray, Bruce Willis, Tilda Swinton.  

Per la seconda volta in collaborazione con lo sceneggiatore Roman Coppola, il film non risparmia gag dal sapore agrodolce, che variano il registro e rendono perfettamente momenti di estraneazione. Sfumando con dramma e azione un contesto apparentemente dolce e spensierato.



- What Kind of bird are you? - I'm Raven. 


- I love you but you don't know what I'm talking about.
[...]
- We're in love. We want to be together. What's wrong with that?

Moonrise Kingdom è come sfogliare un libro per ragazzi e tagliarsi i polpastrelli con le pagine. 
Ma al contempo permette di divertirsi senza dimenticare di riflettere su quello che apparentemente è insignificante o poco maturo. 

Da vedere. 
Almeno per Bruce Willis.






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