martedì 20 novembre 2012

È facile smettere di blog se sai come farlo.





La pioggia cade a dirotto; lo sbattere continuo ed incessante dell'acqua, prepotente come un israeliano su Gaza, copre i miei goffi tentativi di soffocare bestemmie per aver regalato soldi alla Snai e mi ricorda che devo pisciare.

Nel cesso c'è odore di ammoniaca.
Abbasso i pantaloni, e dirigo una zampillata di acqua gialla.
E fuori piove.
Che bella metafora.

Così penso.

Avete presente quello strano imbarazzo quando uscite dal bagno ed incontrate qualcuno che ci sta per entrare?
Come dire, oh se senti puzza di fagioli borlotti bagnati da dell'ottimo Negroamaro, è colpa mia.
Ecco, è così che immagino questo blog.
Un imbarazzante modo per dire: guardate, ci sono anch’io.

Insomma.
Potrei essere Batman coi genitori.
Lo scopamico che si presenta ai genitori di lei.
L’invitato che grida, auguri agli sposi.
Un palestinese senza barba.
Il vino rosso in frigorifero.
La parola negro.
II cameramen che urla al regista, USIAMO UN CAMPO LUNGO, per inquadrare Giuliano Ferrara.
Una puntata di Piazzapulita.
Le bestemmie su Angry Birds.
La sigaretta elettronica di fronte un malato di cancro ai polmoni.


O fare statistica.
Tipo me che gioco a GTA, trascorrendo il tempo ad investire pedoni; giusto per attirare l’attenzione del TG2 e chiedermi se avevano una famiglia. 

Flash.
In Italia è il caos.
Una fredda serata trasformata in tragedia; la gente è disperata.
Non so esattamente su cosa, "Squadra Antimafia che fine di merda" sento.
Cosa? Saviano è morto?
Prepariamo Servizio Pubblico per la diretta. 

Ho anche finito di pisciare.
Scrollatina, brivido della pipì e torno a bestemmiare.
Ah, per cosa?

Piove.
In un mondo in frantumi. 

1 commento:

  1. per me tu sei come il vino rosso in frigo, per fortuna che ci sei. e poi sei caustico come la parola negro, sei velenoso, oltre che essere il barista che guarda male quando uno gli chiede l'impossibile. scrivi qualcosa sui clienti che ti passano sott'occhio

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