Saaalve a tutti!
Come scritto nella PREMESSA, servendomi di una narrazione sopra le righe, descrivo il mondo che si cela dietro il lavoro di un cassiere in un bar.
Nel primo capitolo elenco i personaggi più divertenti che ho incontrato e le mie reazioni ad ogni loro richiesta.
Nel secondo all'oggettivistica e cioè a quell'insieme di suppellettili (vedi: bustine di zucchero, acqua, giornale ecc..) messi a disposizione degli avventori ma che..
...vabè lo scoprirete leggendo il blog ogni settimana.
Buona lettura!
[Perché una guida]
- CAPITOLO I
[Tipologie di Clienti - Volti]
PARTE I [I volti del mattino]
PARTE II [Lo Scroccone - Quella signora altolocata]
PARTE III [Il Sordomuti - Il Pignolo]
PARTE IV [L'ansioso - Quello che salta la fila]
PARTE V [Il cliente e il bagno - Il critico]
PARTE V
Il cliente e il bagno (Parte I)
Ieri ho udito il grido di un uomo disperato. Tratteneva con mani serrate il suo pacco. Si è avvicinato barcollando alla cassa e pregando non so quale dio azteco mi ha chiesto se ci fosse un bagno.
A quel punto mi sentivo un po’ come Mosè.
Potevo decidere di aprirgli le acque nei suoi pantaloni o in un posto più confortevole.
Dopo qualche secondo di riflessione gli ho conferito il dono: la chiave che apre la serratura del nostro bagno.
Lui mi ha ringraziato.
Questo è l'esempio più gentile e garbato di cliente che ti chiede dei servizi igienici.
Ma, in realtà, non è sempre così.
La richiesta della toilette varia da cliente a cliente.
C’è chi spalancando le porte, vestendo una faccia “da duro” s’incammina con fare sicuro verso la cassa ed esclama a gran voce “a du stae lu bagnu?”. Dopo avergli ricordato le buone maniere ed aver ricevuto un occhio nero, gli protendi tremante le chiavi.
E poi c'è il padre (o la madre) che entrano spaesati nel bar facendosi scudo con i pargoli, guardano a destra e sinistra per cercare l'insegna toilet. Se non dovessero trovarla, vengono verso la cassa e con gli occhi lucidi, le braccia intrecciate sulla cassa toracica del figlio\a ti chiedono "scusi, il\la bambino\a deve andare in bagno, dov'è?".
Gli occhioni del gatto con gli stivali.
"Digli che non c'è!" urla spavalda una voce nella tua mente sotto le sembianze del sign. Burns.
"È giù in fondo le scale", rispondi.
"Smithers, libera i vecchi con i soldi da un centesimo."
"NOOO, TUTTO MA NON I VECCHI!."
E poi ci sono loro, quelli che vanno in bagno senza chiedere.
Le ante del bar si spalancano.
Il vento soffia nel bar.
fiuuuuuuuu.
Il sole si intromette illuminando il bancone e accecando i presenti.
Alcuni tremano.
E nel marasma, altri urlano "IL GIORNO DEL GIUDIZIO!".
Tu, dietro la cassa, esclami "prepariamoci ad un caffè divino!".
Ma dalla luce esce un ombra, e pian piano le radiazioni luminose scoprono i connotati, come quando un volto riemerge dall'acqua.
È lui.
Il cliente che non deve mai chiedere.
Mai.
Con fare sicuro si incammina verso il bagno.
Lo segui con lo sguardo dalla porta fin le scale.
Non chiede.
Non saluta.
Scende.
Sale.
Non dice nulla.
Non ringrazia.
La porta si chiude.
Il sole torna al suo posto.
Il vento va via.
E tutto ritorna alla normalità.
Io urlo "l'avete visto anche voi, no?"
"Chi?"
"Come chi? È entrato un tizio per andare al bagno."
"Noi non abbiamo visto nulla."
"Non è vero, non è vero. Non sono pazzo!"
"Lascia perdere, ora dammi una birra al cioccolato!"
"AIUTO!"
Il Critico.
Per raccontare la storia del critico mi servirò dell'esperienza diretta con uno di loro avvenuta in estate.
Per chi non fosse pugliese, prima di leggere questo aneddoto deve sapere che da noi esiste una variante del caffè freddo che prende il nome di "caffè in ghiaccio".
È, in poche parole, un caffè caldo versato su dei cubetti di ghiaccio e bevuto come bevanda rinfrescante.
Era da tempo che non mi accadeva di incontrare un personaggio.
Un vero e proprio PERSONAGGIO.
E a dire il vero Un Critico.
E non del caffè, nossignore.
DEL GHIACCIO.
Ebbene sì, voi vi sareste aspettato il solito filosofo dalla grande esperienza nell'industria del caffè.
Che-quindi-le-cose-le-sa.
Ennò.
Stavolta mi è capitato un grande CRITICO DEL GHIACCIO.
Mica cazzi.
Vuole un caffè in ghiaccio.
Paga.
Si avvicina al bancone e attende.
Noto che l'espressione del suo volto non me la racconta giusta. Mmh, c'è qualcosa che non va; ed infatti eccolo che ritorna in cassa.
- Senta, non voglio farle una critica, giusto una raccomandazione. Magari per la prossima volta cambiate metodo.
- Uhm, ok, mi dica.
- Noto che voi usate del ghiaccio con un foro al centro. No, non va bene. Sono uno che ne capisce di queste cose eh. Dovreste usare dei cubetti grossi e monoblocco. Le spiego perché..
- Sentiamo
- Quel tipo di ghiaccio non si scioglie, mentre il vostro con il foro, beh, è normale che si sciolga subito con il caffè caldo
- Guardi, si sbaglia. Il ghiaccio che usiamo ha una conformazione più solida proprio per impedire quel..
- ..no, senta, non è così. Io sono uno che ne capisce. Mio padre ha lavorato tanti anni nel settore come barista..
- Ok, lo provi e mi dica.
10 minuti dopo.
- Ok, mi devo ricredere.
E se ne va.
Non è la cosa più stramba del mondo essere criticati per il ghiaccio? Per il ghiaccio, non per il caffè.
Cose che capitano.
Ah, ma non vi ho raccontato ancora dei clienti ai confini della realtà: gli innominabili.
Ma di questo ne parleremo la settimana prossima.
marcodemitri®