martedì 3 settembre 2013

"Ti ho pecorata" [un piccolo parere]





La mia prima volta con la Banda dei Lesionati, un manipolo di ragazzi capitanato da Giampaolo Morelli Catalano, fu con Lecce Beddhu Style e, ad essere sincero, non ne rimasi soddisfatto. Le seppur intelligenti e anche giuste risposte che il giovane regista e sceneggiatore fornì ai suoi detrattori non mi convinsero, perchè c'era da constatare una troppo vivace e spocchiosa e banale rappresentazione del salentino medio; come se si potesse ridurre il tutto allo sdegno che tutti noi, leccesi e compaesani, abbiamo provato almeno una volta nella vita con il caffè in ghiaccio servito con un cubetto e le cime di rapa baresi attribuite a piatto tipico della nostra tradizione.

Chiariamoci, sono sempre attento e disponibile quando si tratta di satira. Di ironia. Di parodia. Ma c'è da fare una attenta distinzione per non incorrere in un errore abbastanza grossolano di chi è alle prime armi: creare una caricatura troppo autoreferenziale per potersi definire tale. Mancherebbe il distacco tra fantasia e realtà; lo stesso distacco che permette ad una opera, ironica o parodistica che sia, di poter far ridere della e non sulla messa in scena.
Ma a parte questo il video mostrava una particolare bravura nell'imporre un marchio, uno stile: le riprese velocizzate, le inquadrature in primo piano e la direzione dei personaggi non è così facile come potrebbe sembrare.
E così, fiducioso, ho atteso altri progetti: "Ce cazzu me sta uardi?", ad esempio, che per adesso è anche il mio preferito.

Poi è arrivato il nuovo e più importante progetto: Ti ho pecorata.
Venti minuti di una piacevole e colorata rappresentazione della classica distinzione biologica e psicologica tra uomo e donna; scontata, sì, girata meglio degli altri, anche.
Ed infatti, attingendo dal contesto sociale variegato e ben etichettato, il giovane Catalano scrive e dirige con una buona mano e una ottima direzione dei personaggi.
Non solo, non risparmia critiche ad un mondo che ormai appare fin troppo scisso in categorie ma che in fin dei conti il finale è sempre lo stesso: la donna decide per tutto ed è difficile che torni indietro.

Un piccolo spettacolo che lascia un mio personalissimo interrogativo: riuscirà il giovane regista ad essere bravo anche con un gruppo di persone che non conosce?

Ad un lungometraggio, che ormai appare prossimo, l'ardua sentenza.

Intanto potrete vedere il corto, QUI.

marcodemitri®

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